Rifiuti, educazione ambientale sulle spiagge di Varazze e Celle Ligure

Dopo l’iniziativa a Vado Ligure nell’ambito del programma di “Puliamo il mondo”, ancora educazione ambientale al centro dell’azione di SAT Servizi Spa in tema di rifiuti e di una corretta raccolta differenziata: questa volta nel levante savonese, a Celle Ligure e Varazze, grazie alla collaborazione del Rotary Club Varazze Riviera del Beigua.
Pulizia delle spiagge di Varazze e Celle Ligure con la partecipazione di oltre 450 ragazzi tra i 9 e i 14 anni. Colori ed entusiasmo per riscoprire il valore profondo della salvaguardia dell’ambiente e, in particolare, la cifra del rispetto di spiaggia e mare.
SAT con il proprio personale ha fornito il materiale per la raccolta, oltre al successivo trasporto in discarica dei rifiuti rimossi.
“La cura del nostro ambiente è un tema fondamentale per le prossime generazioni – ha detto Luigi Pierfederici, sindaco di Varazze -. La grande partecipazione delle classi è sicuramente importante ed è un bel segnale che si dà tutti assieme. Il Comune di Varazze e l’amministrazione esprime un caldo ringraziamento al Rotary Varazze per l’ottima iniziativa sul tema della sensibilizzazione ambientale. La sensibilità che gli studenti hanno messo in questa iniziativa sottolinea l’importanza di iniziare dai più giovani a lavorare per il rispetto della natura e dell’ambiente che ci circonda perché l’educazione è alla base di molti ragionamenti e di tanti risultati futuri. Per questo dobbiamo puntare su di loro”.
Per Caterina Mordeglia, sindaco di Celle Ligure: “La giornata odierna è utile momento di costruzione di una coscienza ambientale per capire l’importanza fondamentale di vivere in armonia con la natura e l’ambiente. Imparare a differenziare i rifiuti e rispettare l’ambiente instaura un ciclo virtuoso che ha effetti positivi sull’ambiente, sull’economia e sulla comunità”
Lorenzo Ravano, presidente Protezione civile Varazze, aggiunge: “Avere piu’ di 50 anni di età e più di trenta di servizio, ha l’unico vantaggio di poter fornire ai ragazzi la propria testimonianza diretta. Credo che poter raccontare l’episodio del disastro della nave Amoco Milford Haven sia un privilegio -, che racconta un tempo in cui probabilmente si aveva meno preoccupazione di rispettare il mare come componente effettiva della nostra esistenza. La narrazione di quel disastro davanti alle coste liguri offre l’opportunità di implementare un ragionamento più ampio sul rispetto dell’ambiente che coinvolge gran parte l’attività di volontari di protezione civile. La manifestazione del Rotary Varazze è un’occasione irrinunciabile che ha permesso di inserire la nostra esperienza in un contesto più ampio per l’informazione ai più giovani sui temi del rispetto dell’ambiente e del mare in particolare, unendo le nostre informazioni a quelle degli esperti intervenuti. Ogni volta ci stupiamo dell’interesse con il quale i ragazzi si avvicinano a questi temi, accompagnati dalle competenze dei loro insegnanti. Abbiamo trovato una bella squadra: il tempo è passato veloce e credo in modo costruttivo”.
Dottor Paolo Bernat, biologo marino e divulgatore scientifico che ha preso parte all’iniziativa. “Sull’ambiente siamo sempre più spesso assaliti da espressioni di moda che nascondono tanto vuoto. Come spiegare ai giovanissimi il concetto di “sostenibilità” che li inducano a comportamenti veramente virtuosi e utili? Più che un concetto unico o generico di sostenibilità, dovremmo spiegare, o meglio ancora, far comprendere, agli studenti che dobbiamo prendere in considerazione tantissime azioni e processi sostenibili o che devono essere resi tali. La scala a cui si rapportano questi processi può essere planetaria, oppure anche solo molto grande ma esistono, e sono alla nostra portata, processi e azioni sostenibili più piccoli che possiamo perseguire. Non è detto che siano più semplici, ma che gli studenti, e anche il singolo studente, possono affrontare e portare a termine. Gli studenti svolgono e svolgeranno un ruolo chiave nell’affrontare i problemi e le contraddizioni ambientali che lo sviluppo socio-economico e il progresso tecnologico possono comportare: i giovani di oggi, domani saranno ingegneri, fisici, naturalisti, sociologi, in grado di leggere e gestire in modo integrato i problemi ambientali. Quindi educare i nostri figli, studenti di adesso e cittadini e professionisti di domani, dovrebbe servire a formarli a porsi domande tipo ‘fino a dove possiamo arrivare’? E pure ‘come ci possiamo arrivare senza stravolgere il nostro mondo?’ A noi e a loro spettano le risposte”.
Iniziative come quella del Rotary a Varazze e Celle con l’ausilio di SAT e Protezione civile puntano ancora una volta sulle nuove generazioni. Sovente, tuttavia, sono gli adulti ad aver bisogno di qualche consiglio in più: pensiamo seriamente alla spiaggia e abbiamo veramente cura del nostro litorale e del mare a noi più vicino? “Certo gli studenti non sempre hanno un buon esempio di comportamenti virtuosi e di azioni sostenibili di sviluppo che siano della città, della costa e del mare. Rispetto ad alcuni anni fa, però la cosiddetta ‘società adulta’ ha migliorato l’approccio con il territorio in cui è insediata. Non è sempre vero in tutte le diverse parti del mondo ma localmente gruppi di cittadini, associazioni ambientaliste e enti come il Rotary cercano di porsi come esempio virtuoso e provano a rendere più vicine ed evidenti per i cittadini giovani e giovanissimi le lacune della politica ambientale esistente e delle possibili azioni sostenibili di miglioramento”.
Come mantenere vivo anche in seguito l’impegno verso la sostenibilità ambientale e il rispetto della natura tra i giovani? “Sarebbe importante che gli studenti vedessero quello che è stato concretamente fatto e che va nella direzione di rendere più sostenibile la presenza e la vita stessa dell’uomo – quella di tutti i giorni e che si svolge in tutte le città – nel territorio che abita, usa, trasforma e in cui sono presenti altri esseri viventi non sempre o non più in equilibrio con l’ambiente così modificato. Vedere e visitare parchi o zone di tutela ambientale, ma anche depuratori, centrali di produzione dell’energia, per esempio, come pure impianti di trattamento dei rifiuti, allevamenti di animali, e altro. Ciò per rendersi conto, oltre le parole, di come impattiamo l’ambiente circostante e come queste attività vengano rese sostenibili, se veramente lo sono. Insomma una scuola ‘attiva’ e presente sul territorio circostante non solo sui banchi. Per fortuna, in molte scuole si opera davvero in questo modo e una ‘scuola reale’ forse è il miglior strumento da mettere a disposizione degli studenti”.